Filosoffiando

Autunno

Si cresce guarendo dalle ferite, ma dal dolore non si fugge.

L’autunno di quest’anno vede cadere le foglie con molta più malinconia del solito, pensando ai giorni passati insieme ai compagni di tutti i giorni. Persone che quotidianamente, senza rendercene conto ci hanno lasciato un po’ di loro e che, pur ignari, hanno cambiato irreversibilmente il nostro cammino.

A queste persone, dunque, sarò sempre grato.

Guardo al presente, pensando al futuro, ma ricordando il passato. Non dimentico ne gli amici ne i nemici, artefici anch’essi di quello che sono.

Ci sono scelte, però, che rendono un uomo più simile alla spora di un fungo. Anche meno. E questi verranno sempre riconosciuti per quello che sono. Ma questo pensiero non soddisfa, comunque, la voglia di rivincita, verso coloro che possono decidere le sorti di una persona e con disinvoltura, magari per contrastare la loro stessa impotenza, cercando di imporre un carisma inesistente, ne decretano la dipartita.

Ezechiele, 25:17. Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare, e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore, quando farò calare la mia vendetta sopra di te!