Cinema

La grande bellezza della “stranezza”

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È il film del momento, con la statuina conquistata… e io dico la mia! La grande bellezza di Paolo Sorrentino, ha conquistato il prestigioso Academy Award entrando nella storia. Ora, su come ha fatto La grande bellezza a vincere l’Oscar si può comprendere molto bene leggendo l’articolo di Gabriele Niola su Wired. Ma, al di là dei meccanismi che stanno dietro questo tipo di riconoscimento, il film merita senza dubbio una certa considerazione.

La maggior parte delle persone con cui mi sono confrontato sull’argomento, lo ha trovato lento, confuso e soprattutto… strano. Personalmente, invece, sono rimasto estasiato dalla fotografia e dalla regia in generale. Sarà che a me piacciono le storie surreali e immaginifiche, la cura dei dettagli, un’architettura non scontata. È sicuramente un film strano, come può esserlo un 2001: odissea nello spazio, Donnie Darko, Uccellacci e uccellini, Amarcord o un quadro di Mirò, di Dalì… Dove strano intendiamo qualcosa di insolito e complicato, furori dagli schemi e che, tuttavia, ci incuriosisce e ci fa usare il cervello per decifrarlo e decifrarlo!

L’interpretazione dei diversi, molti e differenti tra loro, attori che hanno partecipato a questo film hanno dato un ulteriore carattere al film. Primo tra tutti, ovviamente, Tony Servillo che ha dimostrato tutte le sue doti teatrali dando vita ad un personaggio, Jeb Gambardella, unico e irripetibile. Tra i tanti, secondo me tutti molto bravi, mi ha colpito Serena Grandi (Lorena) che interpreta con un’implicita ironia e autocritica la caricatura di se stessa.

Forse gli americani sono stati colpiti dall’atmosfera da La dolce vita, di una Roma affascinante, colorata, e conturbante (i romani vorrebbero rivederla così, ma sono più lucidi… leggi qui), condita da scenografie oniriche e surreali di feste e vita mondana… Lungo tutto il film, però, striscia inafferrabile un senso di malinconia e insoddisfazione che porta lo spettatore a provare le emozioni degli interpreti. Del protagonista Jeb, chiuso in loop infinito alla rassegnata e distratta ricerca della grande bellezza. Sorrentino mi sta pure un po’ antipatico a dire il vero, ma devo ammettere che è stato bravo. Ogni frase, ogni espressione, esprime ironia e malinconia, esaltazione e disfacimento.

«Sono belli i trenini che facciamo alle feste, vero? Sono i più belli del mondo…
… perché non vanno da nessuna parte»

(Jeb Gambardella)