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A wondrous place

Un tempo erano i diari. Strumenti spesso molto intimi per appuntare frammenti di vissuto, da rileggere in vecchiaia o spesso da lasciare ai successori. Solo pochi così potevano trarre spunto dalle lezioni di vita lasciategli in eredità.

Oggi sono i blog. Diari virtuali che, a differenza di quelli più romantici e malinconici in cellulosa, sono condivisi con il mondo intero e con chi, con la propria sensibilità, ne cogli e i contenuti.

Ce ne sono milioni: frivoli, divertenti, tristi o deprimenti, più o meno utili.

Derek K. Miller with his daughtersUno sicuramente è in questi giorni il più letto (oltre 8 milioni di contatti): penamchine.com di Derek K. Miller, blogger canadese morto all’età di 41 anni lo scorso 3 maggio per le complicazioni di un tumore all’intestino. Il suo blog era già molto conosciuto per il suo stile freddo e lucido, senza mancare di umorismo, nel raccontare la lotta alla malattia.

“…It turns out that no one can imagine what’s really coming in our lives. We can plan, and do what we enjoy, but we can’t expect our plans to work out. Some of them might, while most probably won’t. Inventions and ideas will appear, and events will occur, that we could never foresee. That’s neither bad nor good, but it is real…”

Un pensiero che mi ha molto colpito. Queste parole, scritte da lui in un post postumo in cui annuncia la sua morte, racchiudono con semplicità lo spirito con cui si dovrebbe affrontare la vita: con slancio e vitalità e, al contempo, con la lucidità di chi sa che non può andare sempre tutto come avremmo voluto.

“The world, indeed the whole universe, is a beautiful, astonishing, wondrous place. There is always more to find out.”